MICRO-ARTICOLI IN FIBRA #1 | E’ come quando smetti di pedalare

20 marzo 2020

E’ come quando smetti di pedalare

È come quando smetti di pedalare, pian piano la velocità diminuisce e poi ti fermi. La bici è finita in garage. Milano è isolata. La mia casa, il mio studio, sono improvvisamente passati da spazio abitativo a microcosmo.
Il tempo è sospeso. C’è il presente, incerto, drammatico, a volte surreale.Mai come in questo momento è emersa l’anima contrapposta dei miei 2 lavori. Dal mio ospedale, a Bergamo, arrivano notizie da bollettino di guerra nel cuore del contagio.
In studio è tutto fermo. Volate via le agende con le loro pianificazioni, si è creato nuovo spazio per il mondo interiore, per leggere libri comprati e mai letti, per lunghe telefonate, per il pensiero creativo.C’è bisogno di luce e buon senso. Qualcosa di semplice, su cui sia difficile speculare. Come il pane fresco al mattino.
Qualcuno ha detto che le polmoniti corrispondono ad una sorta di contrappasso della natura. Abbiamo tolto l’ossigeno al pianeta, e la natura si riprende la sua aria dai nostri respiri.
Qualcun altro che la nostra società è ormai ridotta a mera sopravvivenza. Gli Italiani sono disposti a sacrificare tutto pur di non perdere la “nuda vita”.
Non mi servono pareri autorevoli. E’ semplice matematica.
Metto a posto i libri. Faccio pulizia in laboratorio. L’attesa.
Penso che dobbiamo evitare un’attesa da trincea. Ma dobbiamo in qualche modo mollare la presa. Lasciare che le cose accadano. Non attaccarci a pezzi di legno o detriti che ci trascinerebbero via.
E dare una mano, in modo concreto, se possibile. Semplicemente. Senza protagonismi, senza drammi.
Come il pane fresco al mattino. Da quì possiamo ripartire.E fuori, intanto, l’aria si è fatta pulita ed è arrivata la primavera.

#andràtuttobene

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